Racconti brevi


Excalibur
Quando è nato la madre ha cacciato un urlo e il padre si è rotolato nel fango per la contentezza.
Dopo mezz’ora al piccolo orco sono cresciuti fitti i capelli e una fila di aguzzi denti gialli.
Vivono in una grotta sulla montagna e una volta la settimana gli abitanti del villaggio vicino portano una giovane vergine per nutrire il mostro. Giovani vergini, una ogni settimana, fino al compimento dei sette anni.  
Pazzo di rabbia, il fidanzato di una delle vergini si reca una notte nella grotta degli orchi e taglia la gola al piccolo orcchetto addormentato.
Quando l’uomo fa ritorno al villaggio gli consegnano una medaglia al valore e durante i festeggiamenti, che proseguono fino all’alba, racconta molte volte di come ha ucciso l’orchetto “…Con questa falce!” e la mostra a tutti come fosse excalibur.




Spinaci
Braccio di ferro tira pugni come macigni. Ernest si scansa, tenta di parare quelle pietre che ad ogni colpo gli cambiano la forma del viso. Deve solo aspettare il suono della campana, resistere.
Il tempo sul ring scorre diverso, ogni round dura anni, anni trascorsi a scrivere, pescare, cacciare, fare l’amore, annoiarsi, litigare, fare a pugni.Ernest cade all’indietro colpito da un montante al mento. Il primo ad andarsene è un vecchio molare seguito da uno schizzo di sangue che imbratta la camicia inamidata dell’arbitro.
Durante il volo vede un campo da golf dall’alto del suo dirigibile e unendo le buche con un filo di bava rossastra gli appare l’immagine di suo padre che si infila la canna del fucile in bocca. Quando arriva la polizia trova pezzi di Ernest dappertutto, anche sul lampadario. L’arbitro conta fino a mille, il tempo che occorre ai poliziotti per ricostruire la testa.
Qualcuno del pubblico lancia sul ring una scarpa.
Gli tremano le gambe a Ernest, vorrebbe che si fermassero ma non può farci niente, può solo guardare quel balletto meccanico come si guarda un uccellino caduto dal nido.
Braccio di ferro esce a festeggiare con Olivia e Bluto. Ernest viene accompagnato negli spogliatoi per i rammendi e l’arbitro torna a casa a piedi, abita vicino e ha voglia di fumarsi una sigaretta, camminando.
Sua moglie è ancora sveglia.
“Cos’hai fatto alla camicia, è uno schifo!”
“Non hai visto la televisione?”
“Dammela che la metto in lavatrice”
“Ho dovuto sospendere l’incontro…Lo stava uccidendo”
“Perché non si limita a scrivere, quello lo sa fare bene.”
“Noi uomini siamo fatti così”
“Così come?”

2 commenti:

jack london è morto ma picchia ancora duro. ha detto...

Bello SPINACI!
Anche bukowsky ha sfidato Ernst sul ring(non ricordo però in quale/i racconto/i...)Io più volte ho pensato di sfidare chinasky, ma non l'ho mai scritto... a questo punto mi toccherà sfidare Corona... Aspettati dei diretti in pieno viso e degli uppercut come fossero colpi di mitra. A raffica. Aspetta solo che mi faccio una sana bistecca!
Senza pietà.
JACK.

Unknown ha detto...

Anch'io ricordo qualcosa...